I ristoranti non possono aprire spazi interni o esterni. La delusione del settore alberghiero e della ristorazione è enorme. Questo approccio troppo esitante del Consiglio federale continua a peggiorare la situazione nel settore alberghiero e della ristorazione. La rinuncia di revocare con effetto immediato il confinamento del settore è del tutto incomprensibile. GastroSuisse chiede una diversa gestione della pandemia e un adattamento della strategia.
Il fatto che gli indennizzi a fondo perso ancora non arrivino è altrettanto tragico, come il fatto che il Parlamento non ha raggiunto una maggioranza a favore dell'eliminazione delle disparità di trattamento delle ingiustizie durante la sessione chiusa oggi.
> GastroSuisse su decisione del Consiglio federale no aperture il 22 marzo
> GastroSuisse: sondaggio su riapertura il 22 marzo
> GastroSuisse: sondaggio 1 locale su 5 chiude
È ora di finirla di complicare l’attività degli imprenditori e diffondere inutile allarmismo tra i cittadini. È gravissimo che le istituzioni preposte alla tutela della salute abbiano ripetutamente ammesso candidamente che non esistono basi scientifiche a supporto di questo ennesimo rifiuto di riaprire la ristorazione, basato sulla valutazione del rischio. In questo modo le autorità sanitarie perdono credibilità. Invece di inventarsi strumenti sempre nuovi per mortificare le speranze di ripresa di una vita normale degli svizzeri e dei ristoratori, dovrebbero concentrarsi sul modo migliore per accelerare la campagna vaccinale così da portare il Paese fuori dal dramma dei lockdown.
> Comunicato GastroTicino sulla decisione del Consiglio federale di non aprire il 22 marzo
RESISTETE CARI SOCI,
GASTROTICINO CONTINUA A FARE
UNA PRESSIONE SEMPRE PIÙ DURA
SULLE AUTORITÀ FEDERALI E CANTONALI
di Massimo Suter
presidente di GastroTicino e vicepresidente di GastroSuisse
Cari Soci,
esattamente un anno fa, il 14 marzo, venne deciso quello che mai avremmo pensato si potesse ordinare: la chiusura totale di tutte le nostre attività per un periodo che, alla fine, durò la bellezza di 8 settimane. Settimane di apprensione e totale smarrimento, che venivano scandite dagli annunci di continui contagiati con il numero dei morti che esplodeva in modo drammatico. A loro va il nostro pensiero commosso e alle famiglie il nostro sentimento di vicinanza. E a questo “dramma” sociale, condito da una disarmante sensazione di impotenza di fronte allo “sconosciuto”, si sommava l’incertezza sul destino delle nostre attività, dei nostri “bambini”, che con immensi sacrifici abbiamo fatto crescere, posizionandoci sul mercato con le nostre imprese, già, “nostre e basta”! E lo Stato ce le ha chiuse con la giustificazione dell’emergenza nazionale e sociale, che le grandi guerre a confronto erano un’orticaria. Siamo davanti a un abisso in apparenza senza fine.
Con la fine di questo marzo si chiuderà, con ogni probabilità, l’ennesimo mese di chiusura per un settore che rappresenta, più di ogni altro, il nostro territorio. Quella che doveva essere un’eccezione, una transitiva ingerenza statale nelle nostre attività, a distanza di un anno fa sì che non si vedano, non solo la luce, ma nemmeno le pareti del famoso tunnel.
In questo anno pandemico abbiamo dimostrato alto senso di responsabilità, rispettando le regole imposte dalle autorità e mettendo in atto tutte le misure restrittive, igieniche e di distanza sociale che ci permettessero, perlomeno, di poter restare attivi e contenere l’erosione di capitali in atto.
Proprio per evitare di dover sopportare ulteriori conseguenze negative per i nostri posti di lavoro, per il nostro benessere e, non in ultima analisi, per le nostre vite, l’economia deve poter essere riattivata il prima possibile.
Pensiamo anche alle pesanti conseguenze determinate dalle limitazioni, che tengono in ostaggio le giovani generazioni, impedendo loro di appropriarsi del loro futuro.
In un momento nel quale non è possibile dare certezze assolute, le aziende ticinesi hanno bisogno perlomeno di una prospettiva; è pertanto indispensabile che il Consiglio federale dichiari il prima possibile la riapertura per le attività che garantiscono il rispetto delle norme di sicurezza vigenti. L’attività economica necessita di una chiara visione e la riapertura va annunciata con un sufficiente anticipo per permettere alle nostre aziende di organizzarsi al meglio: è inaccettabile e irriverente l’ipotesi 19 marzo vs 22 marzo con un improponibile preavviso di 3 giorni, 2 dei quali festivi!
È fondamentale e imperativo, pertanto, che il Consiglio federale presenti, a più di un anno di distanza, una chiara visione per la ripartenza, nella quale l’attività economica non sia relegata in secondo piano, ma sia una componente essenziale, parallelamente alle puntuali valutazioni sanitarie, anche per le implicazioni sociali che certe “non decisioni” implicano. Ulteriori chiusure non suffragate da datti, cifre e dati comprovati e chiari, non sono pertanto né accettabili né sostenibili.
Chiediamo anche la massima velocità nel versare gli indennizzi legati ai casi di rigore e - come nazione tra le più ricche al mondo - di stanziare altri fondi e aiuti che possano assicurare la sopravvivenza delle nostre famiglie e aziende, fondamentali per l’economia e il turismo, senza dimenticare il nostro ruolo sociale quale punti di aggregazione e socializzazione.
Da parte nostra vi garantiamo la massima attenzione e ricerca di soluzioni attuabili nel pieno rispetto delle nostre più che giustificate rivendicazioni, affinché ci si possa finalmente dedicare anima e corpo alle nostre attività, piuttosto che compilare incomprensibili scartoffie.
Cari colleghi, ci sarà un giorno in cui potremo ritrovarci levando i calici e scambiarci amichevoli e rispettose pacche sulle spalle: non molliamo proprio ora e resistiamo per costruire in fretta le famose pareti del tunnel, così da uscire alla luce del sole, con rapidità.
Le nostre attività, i nostri clienti e i nostri collaboratori non vogliono vederci gettare la spugna! Noi siamo più forti di qualsiasi virus e siamo pronti a combattere ogni avversità che ci si presenti davanti.
Ognuno per sé e Dio per tutti!

In questo momento così delicato a livello economico e sociale il Gran Consiglio è vicino anche alla ristorazione. Per testimoniare questa vicinanza, Daniele Caverzasio (presidente del Parlamento) ha incontrato i vertici di GastroTicino a inizio marzo, accompagnato dal Segretario generale Tiziano Veronelli. Massimo Suter, Gabriele Beltrami e Alessandro Pesce (presidente, direttore e responsabile dell’Ufficio Stampa & PR della Federazione esercenti albergatori) hanno illustrato al primo cittadino del Cantone le priorità del settore durante questa pandemia: aprire i ristoranti il prima possibile (in tutta sicurezza, naturalmente, come il settore ha sempre fatto), continuare con gli aiuti che dovrebbero arrivare in modo continuo e accelerato, fare in modo che tali aiuti possano essere assicurati anche alle start-up, i locali che hanno aperto dopo il 1° marzo del 2020. GastroTicino ha poi ringraziato il Parlamento per quanto ha fatto e potrà fare, così come il Consiglio di Stato, assicurando piena collaborazione anche per altri dossier come l’aggiornamento della LEAR, considerando come la formazione professionale sia fondamentale per la professionalità del settore.
Nella foto da sinistra: Veronelli, Caverzasio, Suter e Beltrami.
Nella seduta del 12 marzo il Consiglio federale ha deciso di porre in consultazione le sue proposte per la seconda fase di riapertura. Se la situazione epidemiologica lo permetterà, il 22 marzo saranno nuovamente consentite, con determinate limitazioni, le manifestazioni in presenza di pubblico, gli incontri privati in casa con 10 persone e le attività sportive e culturali in gruppo. Ai ristoranti sarà inoltre permesso riaprire le terrazze (il sostegno finanziario alle strutture della ristorazione continuerebbe a essere garantito a prescindere da un'eventuale apertura delle terrazze). Quando e in che forma questi allentamenti saranno possibili non è chiaro. Il Consiglio federale deciderà sui prossimi passi nella seduta del 19 marzo.
> 20210224 - Flyer allentamenti 1° marzo
> 20210225 - Infografica regole Ticino dal 1° al 21 marzo 2021
Secondo la proposta del Consiglio federale (vedi Conferenza stampa CF) il 22 marzo si potrebbero aprire solo le terrazze. Questo approccio troppo esitante del Consiglio federale continua a peggiorare la situazione nel settore alberghiero e della ristorazione. È totalmente incomprensibile che il Consiglio federale si rifiuti di revocare con effetto immediato il contenimento del settore. GastroSuisse chiede una gestione diversa dalla pandemia e un adattamento della strategia con la riapertura dei ristoranti anche negli spazi interni. Altrettanto tragico è il fatto che gli aiuti a fondo perso non stiano ancora arrivando, se non in minima parte.
> Comunicato Stampa GastroSuisse su decisione CF per il 22 marzo
“SI STA SCEGLIENDO DI CONDANNARE A MORTE UN INTERO SETTORE”
La politica discriminatoria nei confronti di ristorazione e albergheria continua imperterrita il proprio corso. L’apertura delle sole terrazze non si può definire una soluzione pragmatica che possa aiutare la ripresa del nostro settore, anzi rischia di creare ulteriori tensioni tra operatori già duramente provati da mesi di chiusure. La salute, certo, prima di tutto. Ma in gioco, considerando l’insieme di una filiera iperconnessa che va dalla produzione alla ristorazione, ci sono 260.000 posti di lavoro in Svizzera, 16.000 solo in TICINO.
> Intervento di Massimo Suter alla conferenza stampa di GastroSuisse del 12 marzo
Abbiamo informato i soci via newsletter che il 25 febbraio 2021 l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha informato i Cantoni sulle condizioni alle quali possono autorizzare mense aziendali per chi lavora all’aperto. Le prescrizioni riguardano in particolare la possibilità per i ristoranti di aprire come mense aziendali tra le ore 11 e le ore 14 dei giorni feriali. L’accesso è riservato esclusivamente ai lavoratori del settore agricolo ed edile, nonché agli artigiani e a chi esegue lavori di montaggio. I datori di lavoro devono annunciare preventivamente i loro dipendenti e nei locali vige l’obbligo della mascherina, tranne quando si è seduti al tavolo. Devono essere rispettate le regole di distanziamento e anche registrati i dati di contatto di tutte le persone.
Sempre via newsletter abbiamo informato i soci sulla PROCEDURA DI NOTIFICA GIORNALIERA che gli esercenti interessati a fungere da mensa devono seguire, elaborata dal Servizio autorizzazioni, commercio e giochi.
Diversi Cantoni hanno già chiarito che la decisione del Consiglio federale di mercoledì non era né comprensibile né fondata su prove. Hanno quindi lasciato aperte le terrazze e hanno chiesto l'apertura dei ristoranti. GastroSuisse rafforza quindi il suo invito al Parlamento a riprendere il controllo durante la sessione della prossima settimana e autorizzare i ristoranti ad aprire per metà marzo.
> Comunicato GastroSuisse: il Parlamento riprenda il controllo
UN COLPO AL CUORE PER LA RISTORAZIONE E L’ALBERGHERIA: IL DANNO È IMMENSO
GastroSuisse sulle decisioni incomprensibili del Consiglio federale
La decisione odierna di Berna di tenere chiusa la ristorazione almeno sino al 22 di marzo, “è un colpo al cuore dell'industria alberghiera e della ristorazione”. Il fatto che solo le terrazze possano essere aperte - ammesso e non concesso che lo siano - dal 22 marzo non è una soluzione pratica. “La decisione presa oggi dal Consiglio federale - sottolinea GastroSuisse - è assolutamente sproporzionata e aggrava il costante ridimensionamento del personale nel settore alberghiero e della ristorazione. Inoltre, si hanno effetti indiretti per i fornitori e l’insieme delle attività commerciali. Il danno è immenso”.
> 20210224 Comunicato stampa GastroSuisse su decisioni CF 24 febbraio
> 20210224 Intervento Massimo Suter conferenza stampa GastroSuisse
In data 9 febbraio 2021 l'Unione Svizzera delle Arti e Mestieri (USAM) ha presentato una strategia e una chiara richiesta di riapertura delle attività economiche per il prossimo 1° marzo. In sostanza, il rispetto delle misure di protezione (distanze, mascherina, igiene delle mani), sommato al contact tracing, ai test a tappeto e alle vaccinazioni, dovrebbe permettere di porre fine alle limitazioni attuali. La Camera di commercio, dell'industria, dell'artigianato e dei servizi del Canton Ticino, quale associazione mantello dell’economia ticinese (GastroTicino è affiliata) e, al contempo, sezione ticinese dell’USAM, sostiene senza riserve tale richiesta.
IL TICINO SCRIVE A BERNA PER RIAPRIRE IN MARZO BAR E RISTORANTI
Il CdT ha reso noto che il Governo avrebbe messo a punto la lettera indirizzata a Berna. A grandi linee propone l'apertura per tutto il mese di marzo, ma solo fino alle 19. Per i ristoranti viene sollecitata l'apertura per l'intero mese di marzo, ma fissando il termine alle 22. In seguito, concessione per i bar fino alle 22 e per i ristoranti si passerà alla chiusura non oltre la mezzanotte. Seguiremo l'evolversi della situazione e vi informeremo.
I virus uccidono le persone,
i lockdown l'intera società.
GASTROTICINO CON GLI IMPRENDITORI
Lettera aperta al Consiglio di Stato da parte delle principali associazioni dell’industria, ristorazione e commercio ticinesi. “Chiediamo al Consiglio di Stato di intervenire con la massima fermezza presso il Consiglio Federale per riaprire le attività produttive dal 1° marzo, nel pieno rispetto delle norme di distanziamento”.È più che un appello, che un grido d’allarme, quello lanciato l’11 febbraio 2021 tramite la lettera, firmata dai rappresentanti di Camera di commercio, GastroTicino, Unione professionale svizzera dell’automobile, Hotelleriesuisse, Disti e imprenditori a titolo privato. Nella lettera si afferma, tra l’altro, che “se si distrugge l’economia si distrugge anche il sistema sanitario e la convivenza civile”. La lettera, insomma, chiede di mettere fine alla “politica di chiusure indiscriminate quanto arbitrarie”.
> Leggi l’intera lettera inviata al Governo dal mondo economico (fonte CdT)
Dal 1° marzo proposte apertura dei negozi e altri allentamenti. Ma per i ristoranti si dovrà aspettare almeno il 1° aprile. Lo ha deciso il Consiglio federale il 17 febbraio. Decisioni sulle prime aperture il 24 febbraio (dopo consultazione con i Cantoni) e poi si aspetterà l’evoluzione della pandemia con informazioni dopo un mese, verso fine marzo.
> Consiglio federale su aperture a tappe 20210217
AIUTI ECONOMICI
Il Consiglio federale ha licenziato il messaggio per una modifica della legge COVID-19. Tra le proposte, sottopone al Parlamento la base per aumentare a 10 miliardi di franchi i fondi per i casi di rigore; propone inoltre una modifica della legge sull’assicurazione contro la disoccupazione. La Confederazione dovrà assumersi i costi delle indennità per lavoro ridotto anche nel 2021. Per il periodo marzo-maggio 2021 si dovrà aumentare il numero di indennità giornaliere per gli assicurati che ne avranno diritto.
> Consiglio federale su aiuti economici 20210217
GASTROSUISSE:
ALBERGHERIA E RISTORAZIONE
INGIUSTAMENTE PENALIZZATE
Le proposte del Consiglio federale hanno colpito di nuovo e in modo duro il settore alberghiero e della ristorazione. GastroSuisse è delusa. Non c'è motivo per cui i ristoranti restino chiusi. Il fatto che non ci saranno allentamenti nel nostro settore all'inizio di marzo è un disastro. I Cantoni hanno sempre la possibilità di proporre allentamenti ragionevoli.
> GastroSuisse: presa di posizione su apertura in aprile
Ristorazione aperta al più tardi dal 22 marzo?
Il Consiglio di Stato ha preso posizione sulla consultazione avviata dal Consiglio federale in merito alla strategia di allentamento delle misure di contenimento della pandemia. Il Governo sostiene quindi in parte le richieste avanzate da GastroTicino. In particolare al più tardi il 22 marzo (seconda tappa) chiede la riapertura dei ristoranti e dei bar almeno nelle ore diurne secondo il piano di protezione conosciuto fino a dicembre (consumazioni solo da seduti, massimo 4 persone per tavolo, mascherina non appena ci si alza dal tavolo, ecc.). Questa tempistica è ritenuta fondamentale per garantire una ripresa almeno parziale dell’attività durante il periodo pasquale. Non è condivisa, invece, la proposta di autorizzare la sola riapertura delle terrazze esterne, perché troppo limitativa, difficilmente sostenibile e discriminatoria nei confronti dei locali privi di spazi all’aria aperta.
> Comunicato CdS su consultazione aperture 1° marzo
ACCOLTE RICHIESTE DI GASTROSUISSE
LAVORO RIDOTTO: NOVITÀ MISURE
ED ESTENSIONE AD APPRENDISTI
E LAVORATORI DIPENDENTI
Berna, 20.01.2021 - Il Consiglio federale ha attuato le modifiche alla legge COVID-19 introdotte lo scorso dicembre e ampliato il catalogo delle misure già esistenti nell'ambito del lavoro ridotto: il periodo di attesa è stato soppresso retroattivamente dal 1° settembre 2020 al 31 marzo 2021. È stata abolita retroattivamente, dal 1° marzo 2020 al 31 marzo 2021, anche la durata massima di riscossione dell'indennità per lavoro ridotto (ILR) di quattro periodi di conteggio in caso di perdita di lavoro superiore all'85 per cento. Inoltro, il diritto all’ILR viene esteso alle persone impiegate a tempo determinato e agli apprendisti. L'estensione del diritto è applicabile fino al 30 giugno 2021. Queste erano alcune richieste avanzate da GastroSuisse e GastroTicino.
> Decisioni di Berna su ampliamento Indennità Lavoro Ridotto (ILR)
> GastroDiritto 1257 su estensione ILR
GASTROSUISSE: IL CONSIGLIO FEDERALE
HA ASCOLTATO LA RICHIESTA DI AIUTO
Il Consiglio federale ha deciso oggi che i ristoranti resteranno chiusi fino alla fine di febbraio. Ciò peggiora la situazione nel settore alberghiero e della ristorazione, tuttavia, il Consiglio federale ha deciso di allentare decisamente la regolamentazione dei casi di rigore e di aumentare i contributi a fondo perso.
GastroSuisse vede questo come un segno che il Consiglio federale ha riconosciuto la gravità della situazione.
> Comunicato GastroSuisse su decisioni sino a fine febbraio
CORONAVIRUS: CONFERMATO
RISTORANTI E BAR CHIUSI
SINO A FINE FEBBRAIO 2021
Negozi chiusi dal 18 gennaio
In base alla situazione epidemiologica molto preoccupante, il Consiglio federale ha confermato la chiusura di bar e ristoranti e delle strutture per la cultura, tempo libero e lo sport sino a fine febbraio 2021. Inasprite le misure con la chiusura dei negozi che non vendono prodotti di prima necessità dal 18 gennaio sino a fine febbraio (diverse eccezioni come le farmacie, hobbistica, giardinaggio, ecc.). Telelavoro obbligatorio se attuabile. Incontri tra familiari o con amici non più di 5 persone.
> Comunicato stampa e ordinanze Consiglio federale misure sino a fine febbraio
> Grafico provvedimenti sino a fine febbraio
GastroDiritti con spiegazioni saranno pubblicati anche su Facebook (GastroDiritto)
CORONAVIRUS: LA CONFEDERAZIONE
ESTENDE IL SOSTEGNO FORNITO
CON I PROGRAMMI PER I CASI DI RIGORE
Berna, 13.01.2021 - Il 13 gennaio 2021 il Consiglio federale ha allentato le condizioni che un’impresa deve soddisfare per percepire gli aiuti destinati ai casi di rigore. Ora le imprese che a partire dal 1° novembre 2020 hanno dovuto chiudere la loro attività per almeno 40 giorni su ordine delle autorità, sono da considerarsi casi di rigore senza dovere dare prova di un calo della cifra d’affari. Inoltre si può tenere conto anche del calo della cifra d’affari registrato nel 2021. Il limite massimo per i contributi a fondo perduto viene aumentato al 20 per cento della cifra d’affari o a 750 000 franchi per impresa. La modifica dell’ordinanza consente di sostenere i casi di rigore su larga scala. Già nel mese di gennaio più della metà dei Cantoni versa aiuti per i casi di rigore, in febbraio quasi tutti i Cantoni dovrebbero essere in grado di fornire questo tipo di sostegno.
> Informazioni, spiegazioni, ordinanza sui casi di rigore
> Grafico sugli aiuti della Confederazione
> Grafico sui casi di rigore
> 1242-1248 - GD - Spiegazioni requisiti per casi di rigore
> 1251 - GD - Ristoranti con alloggio e aiuti federali 13 gennaio
ILR – IPG – CASI DI RIGORE
CASI DI RIGORE - MESSAGGIO DEL GOVERNO TICINESE
75,6 MILIONI ANCHE PER LA RISTORAZIONE
ATTENZIONE QUESTE NORME SARANNO PRESTO ATTUALIZZATE IN BASE ALLE DECISIONI DEL 13 GENNAIO 2021 APPENA SARANNO DISPONIBILILE DIRETTIVE UFFICIALI. SEGUITE LE NOSTRE COMUNICAZIONI
Il Consiglio di Stato ha licenziato il 23 dicembre 2020 il messaggio con la proposta di adesione e di partecipazione del Cantone all'attuazione delle misure a sostegno dei casi di rigore concernenti le imprese. Attraverso questo strumento sono a disposizione in Ticino 75,6 milioni di franchi a favore delle aziende attive nei settori maggiormente colpiti dalla pandemia (ndr. ristorazione compresa), che hanno registrato un’importante diminuzione della propria cifra d’affari.
> Leggi il comunicato 23 dicembre del CdS sui casi di rigore
> Proroga e ripristino lavoro ridotto - 18 dicembre 2020
> Comunicato stampa federale IPG e Casi di rigore
> Ordinanza federale casi di rigore 20201218
> Spiegazioni ordinanza federale casi di rigore 20201218
> Ordinanza IPG 20201218